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paolo brambilla paua

PĀUA stampa digitale su lycra, gommapiuma, filo da cucito. / digital print on lycra, rubber foam, sewing thread    20x20x200 cm.

paolo brambilla TAKLOBO

TAKLOBO immagine digitale ricamata su arazzo / digital image embroidered on tapestry    150x200 cm.

paolo brambilla Lopha

LOPHA stampa digitale su velluto, imbottitura, filo da cucito. / digital print on velvet, padding, sewing thread    50x50x70 cm.

paolo brambilla tubbataha

TUBBATAHA stampa digitale su chiffon, polistirene, filo da cucito, pasta polimerica. / digital print on chiffon, polystyrene, sewing thread, polymeric clay.

lunghezza / length 550 cm. ​

Kaley(pso) - original song
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NoaNoaNoa

gruppo di sculture (materiali vari), canzone originale. / group of sculptures (various materials), original song
2016

Alla fine dell’Agosto 1893, Paul Gauguin ritorna a Parigi dopo aver passato alcuni anni a Tahiti, il paradiso polinesiano che spinse la sua arte verso nuovi orizzonti. Nella speranza di vendere le sue opere “non civilizzate” a un audience “civilizzata”, Gauguin intuisce di dover prima spiegare il fascino e il potere di quel paradiso ai possibili compratori. Da qui, l’idea di Noa Noa (profumo fragrante), il libro che riporta le cronache delle esperienze di Gauguin accompagnate da una serie di xilografie illustrative eseguite dal pittore stesso. Come afferma Alastair Wright: “ Non importa quanto fervente fosse il desiderio di Gauguin di penetrare la cultura tahitiana, non importa quanto sincera fosse la sua volontà di trasformarsi – come egli spesso afferma – in un selvaggio, egli non sarà mai in grado di raggiungere tali obbiettivi. L’ essere selvaggio di Gauguin rimarrà sempre la pallida copia della cosa “reale”, così come le sue xilografie saranno sempre un’imitazione dell’incisione originale. Così la riproduzione cessa di essere una mera tecnica - uno strumento di convenienza per creare immagini – e comincia a operare da contenuto.”

NoaNoaNoa sfrutta la molteplicità delle immagini riprodotte e dei processi (ri)produttivi contemporanei al fine di estrapolarne oggetti “processati” secondo dinamiche evolutive naturali e interrogando così i parametri di definizione di ciò che è intrinsecamente “più autentico”.

In late August 1893, painter Paul Gauguin returned to Paris after spending the previous few years in Tahiti, the Polynesian paradise that propelled his art to a whole new level. Hoping to sell his “uncivilized” works to a “civilized” audience, Gauguin realized that he had to first explain the allure and power of that paradise to prospective purchasers. Thus, the idea for Noa Noa (“fragrant scent” in Tahitian), Gauguin’s book of those experiences, was born, along with a series of woodblock prints he designed to illustrate it. As Alastair Wright says: “ No matter how fervent Gauguin’s desire to penetrate Tahitian culture, no matter how sincere his wish to transform himself - as he so often claimed - into a ‘savage,’ he would never be able to achieve those goals. Gauguin’s ‘savagery’ would always remain a pale copy of the ‘real’ thing, just as his woodblock prints would always be only an imitation of the original carving of the woodblock itself. Thus, reproduction ceases to be mere technique - a convenience in the making of images - and begins to operate as content.”

NoaNoaNoa takes advantage of the multiplicity of reproduced images and contemporary (re)productive processes, aiming to extrapolate objects which have been “processed” according to natural evolutionary dynamics, and questioning the parameters of definition of what is intrinsically “more authentic”.

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